Guida per diventare facilitatori
Nei poli Fabschool il facilitatore è una figura chiave e di vitale importanza per le attività che organizziamo! Gran parte del nostro staff si compone per l’appunto di persone che, per trasmettere conoscenze e competenze, si mettono a fianco di chi deve imparare diventando così dei ‘compagni di viaggio’.
Per questo motivo abbiamo deciso di condividere con voi una piccola guida per comprenderne al meglio caratteristiche e potenzialità di queste figure per noi fondamentali e anima del progetto Fabschool: i facilitatori!
Prima di passare all'azione...
Analizziamo la figura del facilitatore
Essere un facilitatore è un ruolo molto importante quando si parla di insegnare, perché permette di ragionare in un’ottica diversa da quella spesso adottata.
Ti sei mai chiesto quanto sia efficace al fine dell’apprendimento trasmettere la tua passione a chi ascolta? Quando parliamo di passione ecco che entra in gioco la figura del facilitatore per cui fondamentale come prima caratteristica, è interagire con parole ed azioni che sente proprie.
Ma cosa significa interagire? Semplicemente ascoltare e affiancare i partecipanti del gruppo creando un ambiente in cui ognuno abbia l’opportunità di collaborare, innovare e trovare soluzioni comuni.
A dimostrarlo c’è Mattia che durante la settimana di September Fabschool (clicca qui se ancora non sai di cosa si tratta) ha proprio ricoperto questo ruolo divertendosi a realizzare un’interessante prototipo di ortosmart insieme a un gruppo di ragazzi.
"Provare, sperimentare, ragionare.
Questo deve trasmettere un facilitatore a chi insegna".
Mattia Pacchin – Facilitatore nel percorso “September Fabschool”
Stesso obiettivo, diversi mezzi: come servirsi del metodo di facilitazione?
Come spiega Antonio Faccioli, docente presso L’ITS Last, si possono trovare soluzioni innovative mettendo da parte un metodo di apprendimento formale, per dare invece importanza ad una formazione che si serve delle nuove tecnologie che spesso assume una connotazione ‘non formale’.
Antonio ci riporta l’esempio pratico del project work come luogo in cui si può affermare un facilitatore, raccontandoci prima il significato di questa parola.
Gli ingredienti chiave di un facilitatore
Nel polo Fabschool di 311 Verona abbiamo organizzato un momento di condivisione raccogliendo le testimonianze di una decina di facilitatori, e questo è quanto è emerso! Scopri scorrendo le schede.
Ci siamo chiesti quali siano le attitudini che osserviamo più frequentemente in un facilitatore all’opera. Ecco il risultato:
- Empatia – il facilitatore riesce a immedesimarsi nella persona che ha davanti (emozioni, obiettivi personali, aspettative). Questo permette di entrare in un dialogo efficace e alla pari.
- Sospensione del giudizio – giudicare è ben diverso da consigliare e proporre. Spesso il giudizio (se negativo) abbatte e chiude il dialogo.
- Curiosità – una domanda in più porta ad un passo in più. Il facilitatore si entusiasma a scoprire le prospettive e le aspettative di chi ha davanti; si chiede costantemente come poter migliorare l’esperienza d’apprendimento grazie a queste informazioni.
- Apprendimento costante – un facilitatore non smette mai di imparare ed è un impegno che si assume costantemente!
- Sperimentazione – sperimentare fa sempre bene, ad ogni esperimento si scopre sempre qualcosa di nuovo.
- Ascolto – il facilitatore deve adottare un ascolto empatico verso il gruppo che sta affiancando.
- Orientamento all’obiettivo – La meta da raggiungere è chiara al facilitatore ma il percorso è disegnato insieme alle persone che ha davanti.
- Lettura del gruppo – analizzare i componenti, capire i singoli punti deboli e di forza; comprendere le relazioni interne che vengono a crearsi. Il facilitatore cerca sempre di capire lo ‘stato’ del gruppo (motivazione, energia, concentrazione).
- Gestione del tempo
- Comunicazione efficace
Ogni facilitatore Fabschool ha la sua personale cassetta degli attrezzi. Questi sono alcuni degli strumenti che troviamo più frequentemente.
- Tecniche di coaching
- Strumenti facilitazione online – ci sono molti strumenti, anche online, che facilitano l’attività di apprendimento come ad esempio lavagne condivise digitali e software di gamification, teamwork ecc…
- Metodi di ‘ice breaking’ – Attività che permettono di entrare in relazione in un gruppo soprattutto all’inizio di un percorso.
- Design Thinking – metodo di problem solving incentrato sulla generazione di nuove idee che ha alla base l’attenzione alla persona, il lavoro in gruppi eterogenei e un processo basato sul confronto e la prototipazione di idee.
- Altri strumenti, ne conosci? Commenta l’articolo!
Le attività che svolge un facilitatore sono moltissime. Eccone alcune:
- Gestione ruoli nei gruppi – Il facilitatore aiuta i membri di un gruppo ad assegnarsi ruoli e compiti organizzando il lavoro in modo armonico.
- Sperimentare nuovi metodi e strumenti – il facilitatore si diverte a giocare con tecniche e attività sempre nuove.
- Confronto costante tra facilitatori. Il facilitatore trovandosi in un apprendimento costante non rifiuta mai lo scambio di idee con altri colleghi.
- Le attività possibili sono molte! Ne hai in mente altre? Commenta l’articolo!
- Non formale – Un facilitatore spesso si mette alla prova in percorsi di apprendimento non formale. Si potrebbe dire che impara anche dalla pratica.
- Non c’è un percorso predefinito – La comunità dei facilitatori di Fabschool ha un percorso formativo molto variegato; si passa dalla Pedagogia all’informatica, dall’educativa di strada all’elettronica … tante strade ma una passione comune per l’apprendimento condiviso.
- Costante aggiornamento su strumenti e tecniche – Ricordi come il facilitatore non smetta mai di di imparare? software e applicazioni online sono in continuo cambiamento, diventa quindi fondamentale essere aggiornati. E’ così anche per metodi e tecniche di affiancamento, ogni gruppo ha la sua storia.
La sperimentazione come strumento formativo didattico
Tra i consigli di Antonio nell’affiancare ragazzi e studenti ponendosi come un facilitatore, emerge in particolare quello che è “un punto di passaggio per la crescita personale” per acquisire nuove competenze. Scopri nel video alcuni suggerimenti per essere un facilitatore.
Fabschool come percorso per diventare facilitatori
Fabschool ha tra i suoi obiettivi la formazione di facilitatori! E’ proprio grazie ai percorsi e le attività messe in atto che il progetto FS riesce ad avere un ‘impatto’ sul mondo di chi la formazione “la fa”.
Attività come Summer Fabschool e September Fabschool (camp estivi per ragazzi incentrati sulla tecnologia e robotica) hanno visto in precedenza diverse ore di formazione per le figure che avrebbero accompagnato poi i ragazzi nel percorso.
E’ possibile dunque diventare un facilitatore, è solo una questione di metodo. Come tutte le attività richiede pratica e tempo, ma alla fine chiunque, con la volontà giusta, può passare dall’essere un formatore ad un facilitatore.