Ortosmart: la sfida di September Fabschool

Prima dell'inizio della scuola c'è una nuova sfida

Nel mese di settembre Fabschool ha promosso un progetto molto interessante il cui l’obiettivo era arrivare a costruire un ortosmart attraverso una modalità di apprendimento e sperimentazione non formale. Il gruppo eterogeneo di ragazzi che ha scelto di partecipare all’esperienza, ha capito fin da subito come l’approccio all’insegnamento di nuove competenze e abilità all’interno di questo progetto, fosse diverso dal tradizionale sistema scolastico.

Collaborazione è stata una parola chiave durante le due settimane perché i ragazzi hanno capito come ascoltarsi, aiutarsi e fare parte di una squadra per arrivare a realizzare un prodotto finale che riunisse le idee di tutti.

Non docenti, ma facilitatori

A seguire il progetto c’erano Marco e Mattia, che svolgevano il ruolo di facilitatori o semplicemente “ragazzi con più esperienza accomunati dalla stessa passione”, come hanno voluto presentarsi loro.
Nel concreto però, cosa vuol dire essere un facilitatore? Per Marco e Mattia significa affiancare i ragazzi nella creazione ponendosi al loro livello, abbandonando la classica “cattedra” dietro cui sedersi e promuovendo una crescita dal punto di vista dell’unità di gruppo.

Solo così è stato possibile realizzare quattro prototipi funzionanti di ortosmart, attraverso la collaborazione di ognuno e le indicazioni di chi aveva più esperienza.

Il processo di costruzione ha coinvolto diversi aspetti legati alla programmazione come l’utilizzo di un software in lingua inglese per programmare la scheda di sviluppo SP32. Invece, grazie alla partecipazione di Verona Fablab che ha messo a disposizione l’officina con i suoi macchinari innovativi, i ragazzi hanno potuto sperimentare il taglio al laser, lavorando prima su un software di modellazione 3D.

Ragazzi a contatto con vere e proprie aziende

Fabschool è riconosciuto come un modello significativo da Cariverona e in particolare, all’attività che si è svolta nelle settimane di settembre, si sono interessate due aziende che hanno sostenuto il progetto fin dall’inizio.

Marco Rocchetto, fondatore di V-Research ha parlato di un’immediata curiosità verso questa sfida in cui ha riconosciuto un grande potenziale, apprezzando soprattutto l’approccio critico che caratterizza l’insegnamento di nozioni base. Per Emilia Leopardi, amministratore delegato di Edulife Spa invece, sono tre i motivi per cui l’azienda ha deciso di aderire. In primo luogo vuole avvicinare i giovani al mondo del lavoro affinché possano misurarsi con vere e proprie sfide, secondo cerca di capire quali sono i modelli di formazione più adatti utilizzando un approccio innovativo e infine desidera donare ai ragazzi ciò che come società ha ricevuto.

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