Come i Fablab insegnano alle scuole: primi risultati della ricerca scientifica Fabschool

La ricerca scientifica Fabschool

Un progetto che si pone l’obiettivo di innovare la didattica, non può di certo svilupparsi senza analizzare tutto ciò che succede. Proprio così è stato negli ultimi 3 anni dove Martina Ferracane ha condotto una vera e propria ricerca scientifica all’interno di Fabschool e la sue attività nei vari territori in tutta Italia.  

Non solo questo ci ha permesso di tenere traccia dei risultati e misurare l’impatto ma ci ha portati a considerare dei trend e formulare delle ipotesi in vista del futuro.

Prepariamo gli studenti per l'era digitale: cosa abbiamo fatto?

In questo studio condotto da Martina Ferracane, ricercatrice scientifica per  il progetto Fabschool, esponiamo in modo casuale studenti delle scuole superiori italiane di diversi indirizzi ad attività creative insegnate dai FabLab per i nostri spazi fabschool  e valutiamo l’impatto di questa esposizione sulle aspirazioni professionali degli studenti, sulla scelta dell’università, sull’interesse e sulla fiducia nei corsi universitari STEM, sull’atteggiamento nei confronti delle materie STEM, sulla creatività e la determinazione. 

La ricerca ha portato al risultato e a considerare l’iptoesi che offrire agli studenti la possibilità di partecipare alle attività del FabLab abbia complessivamente un impatto positivo su tutte le variabili valutate, ad eccezione delle aspirazioni professionali e della creatività. Il documento di lavoro a cui facciamo riferimento rappresenta una valutazione preliminare e si limita a misurare e stimeare l’effetto positivo o meno di avere la possibilità di aderire alle attività del FabLab. Successivamente verrà svolta un’analisi approfondita che indagherà anche l’effetto sugli studenti che hanno partecipato in maniera effettiva alle attività, per i quali ci aspettiamo di trovare un effetto positivo ancora più forte.

I Fabschool

I Fabschool sono luoghi di apprendimento non formali rivolti a docenti e studenti, dove sperimentare nuove tecnologie e accrescere competenze digitali. Sono spazi collaborativi che connettono la scuola alle nuove esigenze del mercato del lavoro e generano trasformazione sul territorio.

Sono presenti nelle province di Verona, Mantova, Schio, Ancona.

Ipotesi iniziali e prospettive di risultati

Aspirazione alla carriera 

Prima di iniziare la ricerca si era ipotizzato che l’esposizione alle attività dei FabLab potesse guidare gli studenti verso una carriera STEM, o più in generale verso lavori più qualificati poiché la maggior parte delle classi coinvolte appartiene a scuole tecniche superiori, che tipicamente si formano per essere lavoratori tecnici, ad esempio elettricisti e meccanici. Per valutare l’aspirazione alla carriera abbiamo chiesto agli studenti quale lavoro volessero fare una volta terminato il percorso di studi.

Scelta Universitaria

Abbiamo verificato durante la ricerca se le attività del Fablab avessero alterato le decisioni sulle inclinazioni dell’essere umano. La previsione è che gli studenti possano decidere di iscriversi all’università per seguire i corsi STEM; potrebbe avvenire sia a margine intensivo che estensivo, il che significa che potrebbe interessare sia studenti indecisi sull’iscrizione all’università sia studenti che volessero iscriversi a diversi indirizzi. Lo abbiamo misurato chiedendo agli studenti se intedessero iscriversi all’università e, comunque, se sceglierebbero una specializzazione STEM.

Creatività
I FabLab sottolineano il ruolo della creatività nelle loro attività e la sua importanza per alcune carriere legate alle STEM. Pertanto, abbiamo testato se le attività del FabLab aumentano la creatività. Abbiamo misurato inoltre questo costrutto ponendo entrambe le domande del sondaggio dal “PISA creative thinking framework” (OECD, 2021) e una domanda dall’Alternative Uses Test (Guilford, 1967). In aggiunta, abbiamo somministrato la Short Scale of Creative Self (SSCS; Karwowski, Lebuda & Wisniewska, 2011), ovvero una scala Likert a cinque punti auto-riportata composta da undici elementi: sei di essi misurano l’autoefficacia creativa (CSE) e cinque misurano l’identità personale creativa (CPI). 




I primi risultati: motivazione, determinazione e carriere STEM

Abbiamo riscontrato che gli studenti esposti alla possibilità di partecipare alle attività hanno maggiori probabilità di rivelare interesse ad iscriversi all’università e anche di seguire una laurea STEM. Inoltre, mostriamo prove suggestive che alcuni dei meccanismi possono essere correlati all’abilità auto-percepita nei soggetti STEM e al cambiamento in alcuni aspetti non cognitivi (come la grinta) degli individui che possono essere correlati all’intenzione di perseguire una carriera STEM.

Rendiamo noto anche che gli studenti delle classi trattate sono più propensi a dichiarare che non deciderebbero per una carriera come lavoratori tecnici. Pur non potendo valutare con precisione quali professioni abbiano maggiori probabilità di essere scelte, sosteniamo che è probabile che una parte di loro stia decidendo di perseguire una carriera professionale correlata alle materie STEM.

L’intervista a Martina e il backstage della ricerca

Abbiamo intervistato Martina nel nostro Podcast. E’ stato interessante capire come ragiona chi progetta un processo di ricerca scientifica, che parametri utilizza e di che strumenti si serve.

Per scoprire di più, ascolta qui:

Leggi la versione integrale del working paper

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